Red Rocket di Sean Baker sarà nelle sale italiane da giovedì 3 marzo 2022, distribuito da Universal Pictures. Il film è stato presentato nella Selezione Ufficiale della sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma.

RED ROCKET

Regia
Sean Baker
Nazione

Stati Uniti
Anno
2021′
Durata
128′
Cast
Simon Rex
Bree Elrod
Suzanna Son
Brenda Deiss
Ethan Darbone
Judy Hill

Dopo anni di carriera da attore porno a Los Angeles, Mikey Saber abbandona tutto e fa ritorno nella sua città d’origine, Texas City, dove però non sembra essere il benvenuto. Rimasto senza una casa, senza soldi e senza lavoro, è costretto ad andare a vivere di nuovo insieme alla sua ex moglie e alla madre di lei. Per riuscire a pagarsi l’affitto, Mikey finisce per riprendere certe sue vecchie abitudini, ma l’incontro con Strawberry, la giovane cassiera di un negozio di ciambelle con la quale trova una intensa affinità, gli donerà la speranza in un nuovo inizio. 

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SEAN BAKER

Nato nel 1971 a Summit (New Jersey), Sean Baker studia alla New York University Tisch School of the Arts. Nel 2000 debutta nella regia con il lungometraggio Four Letter Words. I suoi cinque film successivi sono tutti presenti agli Independent Spirit Award: Take Out, Prince of Broadway, Starlet (che vince il premio Robert Altman), Tangerine (che partecipa al Sundance Film Festival e riceve il premio Independent Camera al festival di Karlovy Vary), e Un sogno chiamato Florida (che viene selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, e porta a Willem Dafoe la candidatura al Golden Globe e all’Oscar® come miglior attore non protagonista). Red Rocket è passato in concorso al Festival di Cannes.

NOTE DI REGIA
Mikey è un uomo-bambino che relativizza costantemente le cose per preservare la sua sanità mentale. È risolutamente ottimista perché è incapace di affrontare il brutto momento in cui si trova. Questo è l’unico modo che ha per andare avanti. Per lui è sempre colpa di qualcun altro. C’è molta America in lui. C’è indubbiamente una caratteristica americana: qualcuno che cerca di raggiungere il successo senza preoccuparsi dei danni collaterali. È un tratto che si trova anche in film come Il petroliere e The Wolf of Wall Street, con questi tipi spietati che sfruttano gli altri per arrivare in cima. In questo film ricorro alla commedia per addolcire Mikey, per mostrare che potrebbe essere affascinante. Ma non lo nobilito. Mi rifiuto di girare in studio. Non lo farò mai. Preferisco girare in un ambiente naturale, dove la storia potrebbe realmente svolgersi. Volevamo che il nostro film somigliasse a Sugarland Express di Steven Spielberg. Quel film possiede atmosfere e ambienti classici dell’America. All’inizio ci interessava sapere come Vilmos Zsigmond, il direttore della fotografia, aveva trattato il paesaggio. Poi ci siamo interessati al suo linguaggio cinematografico.

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