Regista tra i più prolifici ed eclettici del panorama italiano, insieme a Monicelli, Risi e Comencini, Stefano Vanzina, in arte Steno, è tra i padri della cosiddetta commedia all’italiana, nettamente diversa dalla “commedia rosa” tanto in voga negli anni ’50, perché basata su una scrittura schiettamente legata alla realtà.
Sarà dedicata a lui, in occasione del centenario della nascita (19 gennaio 2017), la mostra “Steno, l’arte di far ridere. C’era una volta l’Italia di Steno. E c’è ancora” che si inaugurerà martedì 11 aprile alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma dove rimarrà fino al 4 giugno. La mostra è prodotta da Show Eventi, in collaborazione con CityFest, il programma di eventi annuali della Fondazione Cinema per Roma presieduta da Piera Detassis, con il sostegno di SIAE e a cura di Marco Dionisi e Nevio De Pascalis.
 

 
Steno fu maestro nell’accostare nei suoi film situazioni comiche tipiche della commedia tradizionale a una pungente e talvolta amara satira di costume che rifletteva perfettamente l’evoluzione della società italiana alle soglie, durante e dopo il boom economico.
Attraverso materiale inedito di famiglia, grazie ai figli Enrico e Carlo Vanzina, con la collaborazione degli archivi Studio EL Cinecittà, Latitudine, la mostra ricostruirà la storia professionale e privata di uno dei più grandi registi italiani: dall’infanzia fino all’ultima opera cinematografica.
Un percorso fatto di fotografie, cimeli, carteggi, testimonianze dei tanti attori con i quali ha lavorato: da Totò ad Aldo Fabrizi, da Alberto Sordi a Vittorio De Sica, dalla coppia Tognazzi-Vianello a quella Franchi-Ingrassia, da Renato Pozzetto a Diego Abatantuono, da Mariangela Melato a Monica Vitti, da Enrico Montesano a Gigi Proietti, tra i protagonisti dell’indimenticabile film cult “Febbre da Cavallo”.
La parte multimediale della mostra sarà curata da Farm Studio Factory, che assieme a 39Films, casa di produzione Italo Argentina, produrrà il documentario “Steno”, per la regia di Alberto Fabi, coautore assieme a Marco Dionisi.  Un film documentario che punta a ricostruire la vita lavorativa del regista attraverso interviste e materiali sia video che fotografici inediti delle sue opere più significative.
L’esposizione, impostata sulla base del Diario futile, una vera e propria opera pop in cui Steno incollava ritagli di giornale, vignette, appunti e foto dei collaboratori, tratterà la filmografia del regista contestualizzandone il periodo storico, sociale e culturale in cui ha operato. Ci saranno continui parallelismi con il cinema dell’infanzia e degli esordi (il cinema comico) e la nascita della commedia all’italiana, inserendovi non solo le riviste umoristiche (“Marc’Aurelio” in primis), ma anche attori, sceneggiatori e registi che hanno fatto la storia del cinema italiano.
La mostra è strutturata in due sezioni: la prima, cronologica,  tratterà  l’infanzia e la formazione con i suoi esordi professionali nelle riviste, in radio e nel teatro di avanspettacolo contestuali all’attività di sceneggiatore e di regista sia  nel cinema che in televisione. La seconda, tematica, analizzerà argomenti legati alla figura di Steno tanto nel campo professionale quanto in quello privato: rapporti con la censura, sodalizi con attori e collaboratori, la famiglia e l’attività di scrittore.
Durante tutta la durata dell’esposizione sono previsti incontri ludici e didattici aperti al pubblico e/o destinati a scuole e accademie dei settori cinematografici e teatrali, proiezioni di film e documentari legati a Steno, giornate dedicate agli archivi collaboranti. Il media partner della mostra sarà Ciak Magazine.
Sarà realizzato, inoltre, un volume monografico che seguirà il percorso della mostra con testi autoprodotti dai curatori e fotografie di famiglia e d’archivio e distribuito nei circuiti commerciali (librerie e web).

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